Curiosità

La Comunità Torrese e i luoghi d'incontro


L'organizzazione sociale

Nella piccola comunità dei Torresi venivano svolte attività lavorative che coprivano la quasi totalità delle esigenze di vita degli abitanti di Torrebruna.
Le cose che mancavano o eccedevano rispetto alle esigenze della popolazione locale venivano scambiate in occasione delle fiere di merci e bestiame che si tenevano a Torrebruna e nei paesi vicini almeno 2-3 volte l'anno.

Per quanto riguarda le attività professionali ( medico avvocato notaio), in mancanza di professionisti locali si faceva ricorso a quelli dei paesi vicini: per il medico a S. Giovanni Lipioni ( don Cicc), per l'avvocato a Guardiabruna ( Pan'call) o a Castiglione ( don Benit), per il Notaio a Schiavi d'Abruzzo ( don Vittòrj Colàng'l).

Le classi sociali erano essenzialmente tre ed erano abbastanza distinte: contadini, artigiani e professionisti. Alla classe dei professionisti ( praticamente vuota se si escludeva il Parroco e l'ostetrica - lu Pret e la Vamm'n) venivano aggregati coloro ( pochi fortunati) che beneficiavano di stipendio fisso ( impiegati comunali o dipendenti Anas, Poste o Unes-elettricità).

Nella sezione USARIO sono sinteticamente descritte le principali usanze di quell'epoca.

Qui di seguito sono invece riportati gli abitanti di Torrebruna raggruppati per famiglie e per attività, con un accenno alle zone di paese o di campagna ove i Torresi svolgevano la loro attività e si incontravano.

Nel Torrese chi svolgeva un mestiere aveva un’arte (nel senso di artigiano!)

Fèigl’m z’ mbar l’art d’ f’rrar = mio figlio impara il mestiere di fabbro

Con i mestieri svolti nel paese degli anni ’50 si sviluppavano quasi tutte le attività utili in una società di tipo chiusa come quella di Torrebruna.

Questi erano i mestieri e professioni svolte nel paese:

  • Contadino (lu cundad’n o, in modo offensivo, lu cafèun)
  • Muratore (lu frabb’catèur)
  • Fabbro (lu f’rrar)
  • Calzolaio (lu scarpar)
  • Sarto/sarta (lu sartèur/la sart)
  • Falegname ( lu fal’gnim)
  • Elettricista (l’elettr’cèist)
  • Operaio generico (lu manuval)
  • Medico (lu mìd’ch)
  • Ostetrica (la vamm’n)
  • Guardia campestre (la fur’stal)
  • Guardia comunale (la guàrdj)
  • Impiegato della posta
  • Impiegato comunale
  • Cantoniere Anas ( lu cand’nir)
  • Prete( lu pret)
  • Sagrestano (lu sagrastan)
  • Tinaro (lu t’nar)
  • Addetti alla fornace (chi fat’j a la p’ngir)
  • Oste-Gestore della Taverna (la tav’rnar)
  • Trasportatore (lu v’ttur’n con somari-muli cavalli- con o senza carro)
  • Mugnaio (lu mul’nar)
  • Esattore ( lu Cascir)
  • Proprietario del frantoio (lu trapp’tar)
  • Banditore (lu bann’tèur)
  • Postina (la pustar)

Il paese era suddiviso in due grandi settori: la parte storica chiamata Bar Vìcchj ( Bari vecchia) costituita da case disposte in cerchi concentrici a partire dalla Chiesa, e la parte “fuori le mura” di più recente costruzione chiamata Bar nuv ( Bari nuova).

Facevano parte di Bar Vìcchj  i seguenti quartieri

  • Lu Murrutt
  • La vj d’ la terr
  • Annind a la chjs ( la piazza vecchia)
  • L’ P’rtìun
  • Sand’Andun (Sant’Antonio)

Facevano parte di Bar nuv tutti gli altri quartieri:

  • Lu Calvàrj
  • Ng’m a lu pàund
  • L’ar d’ Iond
  • L’ar d’ Zambèitt
  • La vj d’ Sandrocch
  • La f’ndanell
  • La vj d’ Carugn
  • Lu chjn ( la piazza nuova)
  • Sopra la fàund

Gli abitanti del paese venivano individuati dal proprio nome di battesimo accompagnato dal nome (spesso nomignolo) della famiglia di appartenenza. Era raro l’uso del cognome.

La famiglia di appartenenza era rappresentata dal nome, nomignolo o mestiere del capostipite e quindi la persona era individuata con il nome proprio seguito da d’ ( con il nome del capostipite) o d’lu (con il mestiere del capostipite).

Ad esempio, chi scrive era individuato come Giuuonn d’ lu cand’nir.

Questi i nomi/nomignoli delle famiglie:

  • P’zz’caril
  • Sandurill
  • F’rt’natucc
  • Giaramò
  • Lu massar
  • Lu f’rrar
  • Cuzzèitt
  • Larcièun
  • F’l’cè’ill
  • Lu Faugn
  • Carm’nill
  • Lu cand’nir
  • Lu fal’gnim
  • Ciannott
  • G’s’ppèill
  • Diamand
  • Scarciàitt
  • Lu Castill
  • Cr’sc’nzèill
  • Frang’schèill
  • Dàv’d
  • A’ng’l Marò
  • Stanzian
  • Lu Tunarill
  • Paulèill
  • M’ngarill
  • M’calàng’l
  • Cold’pold
  • Ciavarrell
  • Lu Cascir
  • Lu Mòn’ch

Dato che l’attività prevalente della popolazione era di tipo agricolo, il territorio del paese , fatta eccezione per una parte della montagna che era destinata a pascolo, era tutto coltivato e rappresentava anche il luogo ove la gente di paese passava la gran parte della sua giornata.

Di conseguenza le diverse zone del territorio, al di là della suddivisione ufficiale delle zone catastali, venivano riconosciute con nomi più familiari, attribuiti o in base all’uso ( es. l’ vèign’r – le vigne) o al proprietario ( es. luch sandor– campagne di Santoro), o a qualche elemento particolare ( es. Sand Nùfrj – Sant’Onofrio per la presenza di ruderi di una vecchia chiesa ) rendendo così più facile la “localizzazione” del terreno di pertinenza (in  assenza di navigatore!).

Queste le zone principali:

  • Lu calvàrj
  • Sand Vard’n
  • Lu collal’fenz
  • La P’scar
  • Lu crucèill
  • Fuch martìun
  • Fuss d’ Giambr’nill
  • L’ vìgn’ra vècchj
  • Luch Sandor
  • Lu trucch
  • Sandrocch
  • Lu cupill
  • Lu prat
  • Lu bosch
  • la chjn d’ la m’ndagn
  • l’ vèign’r
  • l’ pret Scopp
  • la chjn d’ lu barèun
  • cr’tàunn
  • lu candèun
  • la sàilv
  • la cruciàitt
  • l’ vill

Il territorio del paese era ricco di sorgenti.

C’erano sorgenti nel centro abitato ove erano state costruite apposite fontane ( la più importante la Fontana Monumentale con annesso abbeveratoio e lavatoio).

C’erano numerose sorgenti sparse nelle campagne sulle quali, specie se con abbondante portata d’acqua, erano costruite rudimentali fontane con abbeveratoi per dissetare contadini e animali.

All’interno dell’abitato c’erano:

  • la fontana monumentale (la fa’und) che attraverso un complesso sistema che faceva passare l’acqua prima alla fontana, da questa all’abbeveratoio e poi da questo al lavatoio, dava acqua da bere alle persone, acqua per dissetare gli animali e acqua per il lavaggio in comune dei panni sporchi.
  • la zona detta appunto “la fundanell” ove c’era una fontana e una serie di sorgenti spontanee di acqua.

Poco fuori dell’abitato c’era la”fond d’ lu calvàrj”,   “lu putr’ìcul” e “lu trucch

Nelle campagne si trovavano altre fontane in genere attrezzate con abbeveratoio per gli animali.

Queste erano :

  • la fond caprar 
  • la fònd c’fìll 
  • la fond d’ lu mel 
  • la fond p’rzagn 
  • la fond vallitt 
  • la fonda j’lat
  • la fond sand’àgnl
  • lu trucch’cèill
  • la fond m’chìun
  • la rip d’ l’ hitt
  • la chjn d’ l’ cutèin’r
  • la fond j’m’ndar
  • la fond l’èun